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Blog sulla sicurezza informatica e l’informazione dei sistemi

Andrea Biraghi, Cyber Security manager e direttore della divisione Security and information Systems, lavora da anni per il mantenimento della sicurezza dei sistemi informativi. In una società sempre più digitalizzata ed interconnessa è divenuto ormai indispensabile prendere atto delle minacce esistenti nella rete Internet: solo un costante impegno ed aggiornamento rendono possibile affrontare e combattere i Cyber criminali e riprendersi in fretta dalla loro violazioni. La posta in gioco è alta e la sicurezza dei servizi web è fortemente legata al nostro sviluppo economico: basti pensare al rapido aumento delle connessioni, degli utenti, l’aumento del valore di numerose transazioni effettuate attraverso le reti, la crescita delle imprese legate al commercio elettronico.

Month: January 2021

L’importanza della Cyber Security nel settore marittimo

La cyber security nel settore marittimo – a causa del crescente numero di attacchi informatci contro organizzazioni marittime – è una delle priorità assolute in termini di sicurezza e difesa.

Gli attacchi informatici ai sistemi e alle tecnologie operative del settore infatti hanno avuto un aumento globale del 900% negli ultimi tre anni (dati International Maritime Organization’s – IMO).

Riguardo a ciò è utile ricordare che il settore marittimo svolge un ruolo vitale nell’economia globale: il 90% del commercio globale è trasportato dalla navigazione. Gli attcchi informatici verso questo settore e contro infrastrutture nazionali critiche – come l’industria marittima – possono avere effetti paralizzanti sull’intera economia nazionale e internazionale.

Dall’altro lato le organizzazioni marittime dipendono sempre più dall’IT (Information Technology) e OT (Operation Technology) per massimizzare l’affidabilità e l’efficienza del commercio marittimo. Questi sistemi abilitati per il cyber aiutano la navigazione delle navi, le comunicazioni, la gestione ingegneristica a bordo, la gestione del carico, la sicurezza, la sicurezza fisica e il controllo ambientale. Tuttavia, la proliferazione di sistemi rivolti a Internet in tutto il settore marittimo sta introducendo rischi sconosciuti ed espandendo la superficie di minaccia.

L’attacco informatico NotPetya del 2017 è stato un campanello d’allarme degli effetti disastrosi, che hanno paralizzato l’industria marittima globale per più di qualche giorno.

Tar le molte imprese marittime che ne sono rimaste colpite, il colosso Maersk che ha stimato un danno di circa $ 300 milioni: Maersk ha subito la chiusura di alcuni terminal portuali gestiti dalla sua controllata APM.

Cyber Security nel settore marittimo: i diversi incidenti

“Il non riuscire a proteggere la nave da un evento cyber potrebbe essere considerato un mancato esercizio della dovuta diligenza nel rendere la nave idonea alla navigazione, e anche una violazione degli Articoli 3(1) e 4(1) delle Regole dell’Aja/Aja-Visby.”

Il rischio di attacchi cyber nel settore marittimo – 2017

La consapevolezza – oggi più che mai – che le operazioni di trasporto marittimo siano esposte a questo tipo di rischi è cresciuta. Tra le aziende che si occupano di sorveglianza marittima e costiera c’è Leonardo, che garantisce i sistemi informativi delle forze navali, capacità di comando e controllo, gestione dei sistemi d’arma e comunicazioni integrate.

Tuttavia “i pericoli derivanti dagli attacchi cyber non riguardano solo i sistemi informatici delle compagnie di navigazione ed i dati sensibili ivi contenuti, ma coinvolge anche le stesse navi, le quali sono sempre più computerizzate e quindi anch’esse esposte alla pirateria informatica”.

Quali sono i diversi incidenti che si possono verificare?

  • Problemi con il trasferimento dei dati
  • Problemi con l’attrezzatura e l’hardware di bordo
  • Perdita o manipolazione di dati esterni del sensore, fondamentali per il funzionamento di una nave.

Diventa sempre più importante proteggere sistemi e dati critici con più livelli di protezione, per aumentare la probabilità di rilevare un incidente informatico e lo sforzo, insieme alle risorse, per proteggere informazioni, dati o disponibilità di hardware IT.

Intelligenza artificiale e sicurezza: saremo in grado di controllarla?

Intelligenza artificiale (IA) e sicurezza: una nuova ricerca afferma che l’uomo rischia di non essere in grado di controllare le future “macchine intelligenti” che non smettono mai di imparare.

Proprio per questo alcuni scienziati hanno evidenziato i potenziali pericolo dello sviluppo di software autonomi.

In uno studio pubblicato sul Journal of Artificial Intelligence Research Portal, l’autore Manuel Cebrain ha dichiarato:

“Una macchina super intelligente che controlla il mondo suona come fantascienza”

Journal of Artificial Intelligence – Manuel Cebrain

Questo perchè è appurato che ci sono già macchine che svolgono determinati compiti importanti in modo indipendente senza che i programmatori capiscano appieno come l’hanno imparato […], una situazione, questa, che a un certo punto potrebbe diventare incontrollabile e pericolosa per l’umanità.

E’ giusto quindi analizzarne con cura rischi e opportunità dell’IA, prendendosi forse più tempo di quel che si è prospettato.

Intelligenza artificiale e sicurezza: l’uomo prima di tutto

E’ pure vero che i grandi progressi fatti e applicati in un serie di campi sono utili a verificarne anche i benefici oltre che i rischi: non dobbiamo dmenticare che la tecnologia IA rappresenta un enorme opportunità per il nostro futuro e quello del pianeta.

Pensiamo solo al problema dell’identità digitale, contro le frodi e il crimine infrmatico o agli ultimi progressi compiuti contro la disinformazione grazie ad una nuova capacità dell’IA di distinguere le notizie reali dai complottismi.

Attraverso dei calcoli teorici, un team di scienziati tra cui quelli del Center for Humans and Machines del Max Planck Institute for Human Development, mostra però che non sarebbe possibile controllare un’IA superintelligente. Il problema starebbe nella prevenzione del danno: lo studio è stato impostato su 2 diversi metodi per controllare il software: uno per isolare il software da internet e il secondo attraverso la programmazione di un algortimo che gli impedisca di danneggiare in qualsiasi circostanza. Questo per arrestarla se considerata pericolosa.

Il primo metodo ha impedito alla tecnologia di svolgere le sue funzioni di base, ma, cosa preoccupante, sembra che non ci sia un algoritmo in grado di garantire una prevenzione dal danno. Ovvero, il problema del contenimento è incomputabile, cioè nessun singolo algoritmo può trovare una soluzione per determinare se un’IA produrrebbe danni al mondo.

Se nel primo caso si è impedito alla tecnologia di svolgere le sue funzioni di base, nel secondo sembra che non ci sia un algoritmo in grado di garantire una prevenzione dal danno. Tale algoritmo non può essere costruito.

“Se si suddivide il problema in regole di base dall’informatica teorica, si scopre che un algoritmo che comanda un’IA di non distruggere il mondo potrebbe inavvertitamente fermare le proprie operazioni. Se ciò accadesse, non saprei se l’algoritmo di contenimento sta ancora analizzando la minaccia o se si è fermato a contenere l’IA dannosa. In effetti, questo rende inutilizzabile l’algoritmo di contenimento”

Iyad Rahwan, direttore del Center for Humans and Machines – We wouldn’t be able to control superintelligent machines

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Intelligenza artificiale e identità digitale: la capacità di dimostrare davvero chi siamo

Identità digitale: se da un lato cresce la necessità di provare la propria identità per accedere ai servizi digitali, intelligenza artificiale, machine learning e reti neurali ci vengono incontro.

Tuttavia, nel cyberspazio, l’identità è tutt’ora più difficile da verificare a causa della mancanza di standard – che si rivelino affidabili – per non parlare della proliferazione di frodi di identità e falsificazione dei dati biometrici. Il crimine informatico ha quindi fatto emergere nuove problematiche circa il problema del furto dell’identità e ma anche nuovi implusi alla sicurezza informatica per nuove soluzioni per ripensare alla sicurezza dell’identità.

“L’identità può essere scambiata digitalmente tra utenti e fornitori di servizi in modo sicuro ed efficiente. L’autenticazione dell’identità è il primo passo verso la creazione di fiducia tra due parti nello spazio online e, in ultima analisi, “è alla base dell’intera economia digitale”.

Husayn Kassai, CEO of Onfido

Le nostre vite si stanno spostando nello spazio digitale. Acquisti online, servizi sanitari, online banking, senza dimenticare le interazioni sociali, ci fanno comprendere come l’indetità digitale diventi quindi un problema importante. La capacità di dimostrare davvero chi siamo è diventato un fattore cruciale per accedere ai vari servizi digitali, per abilitare le transazioni. Non c’è limite al suo utilizzo – si può parlare anche dei check-in aeroportuali o al voto online, o la dimostrazione di un test COVID-19.

Contemporaneamente devono essere tutelati gli aspetti informativi sulla privacy.

L’utilizzo dell’Identità digitale cresce anche in Italia come le soluzioni e le startup

In Italia la crescita delle identità SPID attive quest’anno rispetto allo scorso anno è del 140%.

“Nel 2020 il numero di identità SPID attive è più che raddoppiato, con circa 7,7 milioni di nuovi utenti in più rispetto ai 5,5 milioni censiti a fine 2019, e gli accessi mensili sono passati dai 6,3 milioni di gennaio ai 16,7 milioni di ottobre. Nonostante l’aumento, SPID copre appena il 22% della popolazione (e il 26% degli italiani maggiorenni), lontano dai livelli dei paesi europei più avanzati, come Olanda (79%), Svezia (78%), Norvegia (74%) e Finlandia (55%)”.

Giorgia Dragoni, Direttore dell’Osservatorio Digital Identity

Su EconomyUp si parla di 9 startup italiane che oggi stanno affrontando il problema dell’identità digitale con varie soluzioni. La lista è composta da: Biowetrics, Elysium, Floux, iProov, Keyless, Monokee e Vibre.

Le loro tecnologie variano dall’identificazione biometrica sicura senza password, riconoscimento facciale per i pagamenti contactless o algoritmi – come MindPrint – che consente l’autenticazione dell’utente tramite il segnale cerebrale, sfruttando tecnologie di AI.

La minaccia della Disinformazione mediatica: a tutti gli effetti un ulteriore sfida della Cyber Security

La disinformazione mediatica è oggi delle sfide della Cyber Security: la manipolazione dei fatti e delle informazioni è anche al centro della nuova agenda translatantica Europa USA per il cambiamento globale.

L’obiettivo è quello di contrastare i poteri autoritari (Cina, Russia in primis) che cercano di sovvertire l’ordine democratico destabilizzando il ruolo delle istituzioni. Anche tramite attacchi cyber e disinformazione di Stato, che ad esempio stanno colpendo in questa fase i vaccini covid-19 e le strutture sanitarie.

AgendaDigitale.eu – Nuova alleanza UE-USA: il ruolo inedito della cybersecurity

Fake News, notizie false, informazioni inganevvoli, prontamente confezionate per influenzare l’opionone pubblica. Un fenomeno che in questi anni ha subito una crescita esponenziale e che mette a rischio la stessa informazione. Non manca chi da queste “bufale” trae profitto, per fare soldi in minor tempo possibile e sfruttandone tutti i meccanismi che stanno dietro.

Andrea Biraghi – L’informazione online è sotto minaccia.

La Commissione europea ha definito la disinformazione come “l’aggregato di informazioni false o ingannevoli che sono create, annunciate e divulgate, per trarre vantaggi economici o per plagiare intenzionalmente le persone, e che potrebbero causare un pericolo pubblico”.

La sfida va dunque accolta: per quanto Internet sia un importante mezzo di informazione e uno strumento in grado di cambiare le nostre vite permettendoci di comunicare più velocemente, biosgna ora pensare a strumenti che guidino gli utenti nella giungla delle informazioni. Allo stesso tempo sarebbe utile una maggiore consapevolezza del lato oscuro del web: per questo ancora più importnate è elaborare degli strumenti che aiutino le persone e che le metta in sicurezza.

Disinformazione mediatica e social

Nel 2019 Facebook si è dovuto tutelare per contrastare le interferenze da parte di Paesi stranieri nelle elezioni presidenziali USA 2020: eliminando account registrati in Russia e Iran. Gli account in questione erano accusati di creare meme e video deepfake anti-Trump. Il numero della loro diffusione è notevole: hanno raggiunto circa 265.000 accounts sui social network. Il numero dei profili chiusi: 78 account Facebook, 11 pagine, 29 gruppi e quattro account Instagram.

Andrea Biraghi – Fake News: l’informazione sotto minaccia

ComputerWeekly evidenzia come la regolamentazione dell’informazione su Internet e quindi anche sui social possa essere usata come pretesto per reprimere la libertà di parola. “Dovremmo essere molto cauti nell’usarlo eccessivamente come strumento”.

Crescono intanto nuove startup il cui obiettivo è fermare il flusso della disinformazione tra cui: Right of Reply, Astroscreen e Logically, che anche se non si definiscono società di sicurezza informatica in pratica è come se lo fossero. La sicurezza informatica non riguarda infatti solo le violazioni dei dati ma la loro integrità. Inoltre la manipolazione dell’informazione può minacciare la sicurezza nazionale per cui ecco perchè la questione dovrebbe essere al centro delle nostre difese informatiche.

Nelle previsioni di Avast Security si parla anche di DeepFake: già a Gennaio abbiamo visto che con le elezioni presidenziali degli Stati Uniti 2020 i deepfakes sarebbero stati sfruttati per tentare di screditare i candidati e inviare messaggi politici falsi agli elettori attraverso i social media