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Blog sulla sicurezza informatica e l’informazione dei sistemi

Andrea Biraghi, Cyber Security manager e direttore della divisione Security and information Systems, lavora da anni per il mantenimento della sicurezza dei sistemi informativi. In una società sempre più digitalizzata ed interconnessa è divenuto ormai indispensabile prendere atto delle minacce esistenti nella rete Internet: solo un costante impegno ed aggiornamento rendono possibile affrontare e combattere i Cyber criminali e riprendersi in fretta dalla loro violazioni. La posta in gioco è alta e la sicurezza dei servizi web è fortemente legata al nostro sviluppo economico: basti pensare al rapido aumento delle connessioni, degli utenti, l’aumento del valore di numerose transazioni effettuate attraverso le reti, la crescita delle imprese legate al commercio elettronico.

Tag: hybrid warfare

Guerra Informatica: obiettivi dell’hybrid warfare le infrastrutture critiche

Mentre la guerra informatica continua ad essere combattuta tra gli stati, continua anche la corsa della sicurezza informatica che ad oggi deve essere ritenuta responsabilità del paese nel suo complesso e non solo relativa ad un individuo o ad un’organizzazione.

Nel corso degli anni, abbiamo assistito a un’escalation nella serie di hacking sui servizi sanitari, le reti elettriche, le centrali nucleari e la nostra privacy. Le minacce non vengono solo da Cina, Russia, Corea del Nord o qualsiasi attore statale o non statale con l’intento di destabilizzare un paese. Le minacce informatiche, in continua evoluzione, mettono così anche a rischio le infrastrutture critiche che sono in definitiva veri e propri sistemi strategici, essenziali per una nazione.

…le vere vittime sono imprese, organizzazioni e cittadini, che ne subiscono gli effetti. Allo stesso tempo, si assottiglia la linea di separazione tra azioni statali e “semplice” criminalità informatica.

AgendaDigitale.eu – Cyberwar, i nuovi fronti da Microsoft Exchange alla disinformazione sui vaccini

Ma la maggior parte dei cyber attacchi sono diretti alle infrastrutture critiche e il cyber spazio ha assunto un ruolo primario nei nuovi scenari geopolitici internazionali. Quali sono i nuiovi scenari? Nemici da remoto che utilizzano armi come virus informatici, malware e programmi che alterano l’operabilità di un sistema o avviano uno spegnimento completo del sistema. Gli attacchi informatici saranno il nuovo campo di battaglia – invisibile, invisibile e imprevedibile – dove hacker di varie nazioni competeranno per distruggere economie e vite.

Guerra informatica: i nemici invisibili

Negli ultimi anni e con maggior frequenza negli ultimi mesi, si sta assistendo, oltre che allo cyber spionaggio, all’interruzione dei servizi essenziali specialmente in nazioni e aree dove vi sono oggi le maggiori tensioni e frizioni geopolitiche. E i cyber sabotaggi spesso sembrano avere nemici invisibili: nonostante infatti le accuse alla Russia da parte del Governo USA, rimane incerta l’attribuzione dell’attacco alla società SolarWinds

Gli eventi attuali dimostrano che le strategie e le tattiche di guerra informatica aggressiva sono già un luogo comune in tutto il mondo e per ciò e di conseguenza la Sicurezza nazionale deve migliorare in modo drastico la comprensione della tecnologia, delle leggi e dell’etica collegate agli attacchi e alle difese informatiche, pianificando un vero e propri piano in tutte le sue fasi. Il cyber spazio, diventato terreno quotidiano per moltissime operazioni, infatti è diventato terreno di scontro decisivo.

Andrea Biraghi – Cyber Warfare e Geopolitica del CyberSpazio

AgendaDigitale.eu parla dell’ultimo libro della giornalista americana Nicole Perlroth: This Is How They Tell Me The World Ends – pubblicato nel Febbraio 2021. Nicole Perlroth getta uno sguardo inquietante sulle strategie di cyber war in atto affermando che siamo vicinissimi, ad un “9/11 cyber Pearl Habor”: un Pearl Harbor cyber dell’11 settembre. La giornalista descrive così in dettaglio il mercato poco compreso per gli exploit zero-day, che i governi hanno segretamente pagato agli hacker milioni di dollari sperando di usarli prima che qualcuno risolva – o approfitti – dello stesso errore. Invece oggi…sono in mano a tutti.

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